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Cibo: entro 10 anni produzione a +4%. Nel mondo saremo oltre 8 miliardi
di Roberta Mannino

distretti del cibo

La crisi pandemica ha ritardato ulteriormente il progressi verso il conseguimento degli Obiettivi per lo sviluppo sostenibile indicati dall’Agenda 2030 Onuallontanando ancora di più il traguardo prefissato per tutti i paesi del mondo. Un nuovo rapporto pubblicato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) e dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocsepropone ai decisori politici una valutazione concertata delle prospettive decennali per 40 principali prodotti agricoli e ittici a livello regionale, nazionale e mondiale, che analizza i fattori di rendimento nei mercati agroalimentari e concorre a produrre elementi utili per un’analisi e una pianificazione lungimiranti delle politiche. 

 

Qui il Rapporto OECD-FAO Agricultural Outlook 2021–2030

 

Garantire la sicurezza alimentare e un’alimentazione sana per una popolazione in crescita a livello mondiale continuerà a essere problematico. Nei prossimi 10 anni si prevede, sia pure a un tasso rallentato rispetto allo scorso decennio, un aumento annuo dell’1,2% della domanda mondiale di prodotti agricoli, da utilizzare sia come alimenti e mangimi, sia come combustibili e fattori di produzione industriale. A influenzare la futura domanda saranno l’andamento demografico, la sostituzione delle carni rosse alla carne di pollame nei paesi ricchi e in molti paesi a medio reddito, e un’impennata del consumo pro capite di prodotti lattiero-caseari in Asia meridionale.

 

Migliorare la produttività sarà fondamentale per poter nutrire in maniera sostenibile una popolazione mondiale in crescita, che secondo le previsioni dovrebbe raggiungere gli 8,5 miliardi di persone entro il 2030. Degli aumenti nella produzione agricola mondiale previsti nel 2030 si calcola che l’87% verrà da un incremento della resa, mentre il 6% dall’espansione dell’uso dei terreni e il 7% da un’intensificazione delle colture agricole. Analogamente, nel settore dell’allevamento e della produzione ittica una percentuale importante dell’espansione produttiva attesa proverrà da un incremento della produttività, benché si ritenga che nelle economie emergenti e nei paesi a basso reddito un contributo significativo alla crescita della produzione animale verrà dall’aumento delle mandrie.

 

Gli scambi commerciali continueranno a essere fondamentali per garantire la sicurezza alimentare, l’alimentazione e i redditi delle aziende agricole a livello mondiale, nonché per far fronte alla povertà rurale. In tutto il mondo in media circa il 20% dei prodotti consumati a livello nazionale è frutto di importazione. Nel 2030 le importazioni dovrebbero rappresentare il 64% del consumo domestico totale in Medio Oriente e nell’Africa settentrionale, mentre si prevede che l’America latina e la regione dei Caraibi esporteranno più di un terzo della loro produzione agricola complessiva.

 

Da qui al 2030 la disponibilità aggregata di prodotti alimentari è destinata a crescere del 4% in tutto il mondo, fino a raggiungere poco più di 3000 calorie a testa al giorno. Nel medio termine, i prezzi dei prodotti alimentari e agricoli saranno influenzati dai fenomeni meteorologici, dalla crescita economica e dalla distribuzione dei redditi, dalla curva demografica e dalle variazioni dei modelli alimentari, dal progresso tecnologico e dalle tendenze politiche.

 

Se lo scorso anno l’Indice Fao dei prezzi dei prodotti alimentari ha fatto registrare un deciso incremento, stando alle previsioni tale andamento sarà seguito da un periodo di aggiustamento al ribasso. Il rapporto Prospettive agricole anticipa che i prezzi dei prodotti alimentari riprenderanno gradualmente a seguire una traiettoria discendente in termini reali, in linea con il rallentamento della crescita della domanda e con gli incrementi di produttività che non tarderanno a farsi sentire.

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