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Cia Sicilia Occidentale, Ocm Vino: ottenuta la proroga su domande e collaudi
di Roberta Mannino

Una delegazione della Cia Sicilia Occidentale, guidata dal presidente Antonino Cossentino, ha incontrato nei giorni scorsi l’assessore regionale all’Agricoltura, Toni Scilla, per discutere e proporre alcune iniziative per agevolare, in questo periodo di crisi causata dal Covid, il settore agricolo e zootecnico. Tra gli argomenti trattati, anche quello riguardante Ocm Vino.

 

 

La delegazione ha portato a casa tre risultati importanti, che riguardano il ramo delle ristrutturazioni Ocm Vino, la regolamentazione unica dell’Unione Europea che detta alcune norme riguardanti il settore vitivinicolo. La Cia Sicilia Occidentale ha chiesto e ottenuto di far slittare al 31 luglio il termine di presentazione delle domande per partecipare al relativo bando. Termine che scadeva proprio in questi giorni. La seconda proroga ottenuta riguarda invece il prossimo collaudo dei nuovi impianti, che non sarà più ad aprile ma il 31 luglio del 2022. Anche questo è un risultato importante, perché permette di non avere conseguenze negative sull’attività delle aziende vivaistiche, molte delle quali insistono nella provincia di Trapani. Il rischio era che queste aziende non potessero farsi trovare pronte e che le imprese agricole dovessero rivolgersi al di fuori della Sicilia per realizzare i nuovi impianti.

 

“Ringraziamo l’assessore Scilla per la sensibilità e la disponibilità nell’accettare e attivarsi sulle nostre proposte che – ha dichiarato Cossentino – permetteranno di alleviare in parte le grossissime difficoltà che stanno incontrando le nostre aziende agricole. Sull’Ocm vino abbiamo ottenuto un altro risultato importante per quanto riguarda le anticipazioni: la soglia resta la stessa e non diminuirà del 30% come inizialmente previsto. Abbiamo anche chiesto, e speriamo di ottenere, anche di anticipare i pagamenti sulle misure agroalimentari del biologico, che sono vitali per il sostentamento delle aziende”.

 

Sul tavolo anche zootecnia e i danni nei terreni dei cinghiali. Nel primo caso, la brucellosi ha causato più di un problema nelle ultime settimane, con i vitelli allevati in Sicilia che non possono essere esportati. “Nell’immediato – spiega Cossentino – la Regione si sta attivando per sbloccare l’export, da parte nostra abbiamo chiesto che il problema della brucellosi venga eradicato per sempre con un profondo risanamento, e con la collaborazione degli allevatori, così come avvenuto nelle altre regioni italiane. Abbiamo anche discusso del problema dei cinghiali e dei danni continui causati dall’agricoltura: con la caccia ferma per la pandemia, si sono moltiplicati senza freni così come le incursioni nei terreni coltivati”.

 

Altro argomento discusso quello dell’approvvigionamenti idrico delle campagne. La Cia Sicilia Occidentale ha posto l’accento sui due problemi principali: la raccolta dell’acqua, condizionata dalla mancanza dei collaudi e della capacità di accumulo di molte dighe dell’isola, e la distribuzione, rallentata se non azzerata da una rete vecchia e malfunzionante che costringe gli agricoltori a rifornirsi privatamente.

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