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ChatGPT e gli incendi di Los Angeles: c’è davvero una connessione?
di Alexsandra Taormina

I devastanti incendi che hanno colpito Los Angeles, provocando l’evacuazione di oltre 180.000 persone e distruggendo migliaia di edifici, hanno acceso un dibattito non solo sulle emergenze ambientali ma anche sul ruolo della tecnologia. Tra le teorie circolate sui social media, una in particolare ha attirato attenzione: il presunto legame tra l’impatto ambientale di ChatGPT, il modello di intelligenza artificiale di OpenAI, e la gravità degli incendi. Ma quanto c’è di vero in queste affermazioni?

Il contesto della teoria

La discussione nasce dall’impatto energetico e idrico associato ai modelli di intelligenza artificiale. Gli enormi data center necessari per l’addestramento e l’utilizzo di strumenti come ChatGPT consumano grandi quantità di energia e acqua per raffreddare i sistemi. Studi recenti hanno stimato che l’elaborazione di 100 domande poste a un chatbot AI può richiedere circa un litro d’acqua, mentre la generazione di un’email di 100 parole consuma circa 500 ml.

Questi dati hanno portato alcuni utenti a correlare il consumo di risorse da parte della tecnologia AI con la crisi idrica che sta aggravando le condizioni climatiche in California. Tuttavia, l’attribuzione diretta di responsabilità a ChatGPT rimane oggetto di discussione e, per molti esperti, appare un’interpretazione eccessivamente semplificata.

La crisi idrica e le sue cause

Secondo Martin Adams, ex direttore generale del Dipartimento Idrico ed Energetico di Los Angeles, i problemi idrici della città sono legati a una serie di fattori che si accumulano da decenni. “Il sistema idrico della città non è mai stato progettato per gestire incendi boschivi di questa portata,” ha dichiarato Adams al Los Angeles Times. La scarsità di risorse idriche è il risultato di infrastrutture datate, una gestione inefficiente e, soprattutto, dei cambiamenti climatici che hanno portato a condizioni più secche e temperature più elevate.

Anche se l’intelligenza artificiale contribuisce al consumo di energia e acqua, il suo peso in questo contesto è marginale rispetto ad altri fattori strutturali e climatici. OpenAI, come molte altre aziende tecnologiche, ha dichiarato di lavorare per rendere le sue operazioni più sostenibili, investendo in energie rinnovabili e ottimizzando l’efficienza delle sue infrastrutture.

Disinformazione e amplificazione online

Le teorie che collegano ChatGPT agli incendi di Los Angeles riflettono un fenomeno più ampio: la tendenza a semplificare problemi complessi e attribuirli a singoli fattori. La viralità dei social media amplifica queste narrazioni, trasformando dati parziali in accuse dirette. In questo caso, il contesto politico e sociale degli incendi in California, già ampiamente polarizzato, ha contribuito alla diffusione di queste teorie.

Non è raro che nuove tecnologie, specialmente quelle meno comprese dal pubblico, diventino bersagli di accuse. L’intelligenza artificiale, con il suo impatto crescente in molti settori, è al centro di dibattiti che toccano questioni etiche, ambientali e sociali.

Un’occasione per riflettere

Se da un lato è importante contestualizzare l’impatto della tecnologia, dall’altro questa vicenda sottolinea la necessità di un’analisi approfondita sul rapporto tra innovazione e sostenibilità. I modelli di intelligenza artificiale, pur avendo un’impronta ecologica, offrono anche opportunità per affrontare problemi globali, come la previsione di fenomeni climatici estremi o l’ottimizzazione delle risorse.

Gli incendi di Los Angeles sono un promemoria delle sfide che il cambiamento climatico pone alla società, e la tecnologia, inclusa l’AI, può essere parte della soluzione, purché utilizzata con consapevolezza.

 

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