(di Angela Sciortino) Sarà ancora l’Istituto Regionale Vini e Oli di Sicilia per i prossimi tre anni l’organismo di controllo terzo che certificherà il vino a Doc Sicilia. La scelta di confermare l’incarico all’ente strumentale dell’Assessorato Regionale Agricoltura, è stata presa dal Consiglio di amministrazione – viene affermato in una nota del Consorzio di tutela della Doc Sicilia – dopo un’attenta analisi delle proposte pervenute da alcuni enti certificatori.
Nei giorni scorsi era stata diffusa la notizia secondo cui la scelta del Consorzio di tutela guidato da Antonio Rallo, in corrispondenza della scadenza del 15 aprile che riguarda tutte le Doc italiane, sarebbe potuta cadere su un altro ente di certificazione. Qualcuno sponsorizzava la società Valoritalia, un colosso che controlla i vini di oltre 250 denominazioni sparse in tutta Italia, quasi duecento dipendenti, circa mille consulenti e un fatturato di 30 milioni. E il cui socio di maggioranza è la Federdoc, la Confederazione nazionale dei Consorzi volontari per la tutela delle denominazioni dei vini italiani.
Ma perché pensare a un nuovo ente certificatore? Chi sponsorizzava scelte diverse dall’Irvo, metteva l’accento sulle difficoltà incontrate dall’ente a far fronte ai sempre maggiori volumi di vino da certificare. Quattro commissioni di assaggio (a cui presto, assicurano all’Irvo, se ne aggiungerà una quinta) hanno dovuto fronteggiare una richiesta di certificazioni sempre crescente e – a sentire qualcuno – non ce l’hanno sempre fatta ad assicurare tempi veloci per l’esame del vino che le cantine volevamo etichettare come Doc Sicilia. Probabilmente non ce l’avrebbe fatta neanche qualche altra struttura, visto l’impensabile exploit fatto registrare dalla Doc Sicilia, prima tanto avversata e negletta, poi sempre più rincorsa dalle cantine che hanno capito quanto valore aggiunto potesse aggiungere quel marchio “Sicilia” alle loro bottiglie.