Parliamo di quelle piccole particelle di roccia polverizzata che vengono espulse nell’atmosfera durante un‘eruzione vulcanica. Lo sapevi che la cenere è un ottimo fertilizzante?
Le popolazioni che da sempre vivono vicino a dei vulcani attivi conoscono le grandi proprietà fertilizzanti delle ceneri laviche. Infatti, alcune delle terre più fertili del nostro pianeta, come quelle dell’Indonesia, del Giappone o del Messico, hanno proprio un’origine vulcanica. In Europa però l’uso di questa risorsa non è molto conosciuta, se non nelle aree interessate direttamente dall’attività vulcanica, come la Sicilia.
La cenere vulcanica viene utilizzata per aumentare la fertilità del suolo, è un minerale, naturale e soprattutto a basso costo. E’ ricca di elementi che hanno una funzione catalitica, sono utili ai batteri del terreno per sbloccare i nutrienti presenti nel terreno stesso. Viene utilizzata, inoltre, per aumentare la capacità di trattenere l’acqua e ridurre la salinità. Inoltre, la cenere vulcanica può essere utilizzata come copertura del suolo per ridurre l’erosione e l’evaporazione.
Quello che potrebbe essere un problema, ovvero lo smaltimento, diventerebbe un’opportunità e una risorsa per l’agricoltura. L’aspetto positivo è che la cenere vulcanica non ha costo di produzione e rappresenta, invece, un problema per molti comuni che si trovano nelle aree dove sono presenti i vulcani attivi. A tal proposito la Regione Siciliana secondo una stima che risale a marzo 2022 ha visto come il costo complessivo per liberare le strade e le piazze di 42 città dalla cenere espulsa dall’Etna ammontava a 15 milioni di euro. Tali ceneri, per legge, sono considerati dei rifiuti e quindi hanno anche dei costi di smaltimento, quando invece potrebbero essere commercializzate come concimi inorganici, come accade in diversi Stati.
Insomma, la cenere vulcanica potrebbe rappresentare un esempio di economia circolare in cui un rifiuto diventa una risorsa importante.
