Continua a preoccupare sempre di più la situazione delle imprese e dei raccolti colpiti da peronospora. Con i vigneti ko e il caldo estremo la vendemmia 2023 rischia di essere una via Crucis per la viticoltura siciliana, in particolare per le province di Trapani e Agrigento.
“È di vitale importanza un corposo rifinanziamento del Fondo di solidarietà nazionale, finalizzato a mettere in sicurezza il reddito delle imprese viticole. Pertanto, occorre una ricognizione dell’assessorato regionale dell’Agricoltura dei danni causati della peronospora”. Questo il commento del presidente regionale di Cia Sicilia, Graziano Scardino, sulla misura urgente per le produzioni viticole, varata dal Consiglio dei ministri con il pacchetto Omnibus. “Il Decreto legge Asset che stanzia un milione di euro per il settore viticolo, uva da vino e uva da tavola, colpito dalla peronospora va nella giusta direzione – sottolinea Scardino – ma non mette a disposizione risorse economiche sufficienti per gli operatori del settore agricolo”.
E’ stato stanziato un milione di euro che andrà esclusivamente ad Ismea per supportare le imprese agricole danneggiate con un contributo in conto interessi a fronte di finanziamenti bancari fino a sessanta mesi, sostenuti delle stesse per condurre l’attività. Ma si tratta di una quota irrisoria al fronte di un’emergenza ormai a livello mondiale.
La prossima vendemmia sarà compromessa in regioni strategiche per la produzione nazionale di vino, come la Basilicata e la Campania, in difficoltà anche Umbria, Toscana, Marche, Abruzzo e Molise. A macchia di leopardo, si stimano perdite tra il 30 e il 40%. A soffrire anche la Puglia e la Sicilia dell’uva da tavola, che portano il Paese tra i primi produttori europei, contando danni di oltre il 40% della produzione e a seconda del sistema coltura utilizzato.
“Condivido le richieste fatte dal presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini – conclude Scardino – secondo cui dopo la pausa estiva bisognerà essere subito operativi nella ricerca delle risorse necessarie per risarcire le aziende ma al contempo bisognerà imprimere una spinta al processo di ricerca, innovazione e sperimentazione in campo, per coadiuvare il settore nelle lotta alle calamità naturali che sono rappresentate anche dagli attacchi di parassiti vegetali e animali”.
“La relazione sarà trasmessa al ministero per le Politiche agricole che ha in corso la ricognizione dei danni sull’intero territorio nazionale – spiega l’assessore regionale al ramo Luca Sammartino – In sede di commissione agricola nazionale sono stato io a chiedere il ministro il riconoscimento dei danni causati dalla peronospora. Il comparto dell’uva è stato fortemente colpito anche dalle ondate di calore e dagli incendi dello scorso luglio: ora la ricognizione dei danni da trasmettere al ministro”.
Anche Confagricoltura chiede a gran voce l’imbastimento di un tavolo di crisi regionale. “Le abbondanti piogge e successivamente il caldo siccitoso hanno portato alla diffusione della peronospora alterandone la qualità e quindi il prezzo alla vendita, con una incidenza segnalata di oltre il 40% – si legge in una nota – Fenomeno che avevamo già segnalato richiedendo un tavolo di crisi per attivare lo stato di emergenza e prevedere un piano di azione”.
Nei giorni scorsi anche il gruppo Pd all’Ars ha sollevato il caso chiedendo interventi immediati al governo presentando una risoluzione in commissione Attività produttive. “Chiediamo al governo regionale di predisporre un contributo immediato attraverso un apposito fondo da 15 milioni di euro per le aziende vitivinicole. Chiediamo inoltre che nella prossima legge di stabilità regionale venga previsto un fondo di almeno 20 milioni per andare incontro alle perdite del settore agricolo in Sicilia”, si legge in una nota.