Costituire a Palermo la “Rete del lavoro agricolo di qualità”, strumento fondamentale contro il lavoro nero e lo sfruttamento dei braccianti nelle campagne. A sollecitare la realizzazione della “rete” sono la Flai e la Cgil Palermo che hanno chiesto al prefetto Giuseppe Forlani, con una lettera, di promuovere il tavolo per l’insediamento dei componenti dell’organismo, ovvero i soggetti istituzionali tra cui Inps e assessorato al Lavoro, le associazioni sindacali di Flai, Fai e Uila, le organizzazioni datoriali Cia, Coldiretti e Confagricoltura firmatarie dei contratti di lavoro nel comparto agricolo.
La “rete”, a livello nazionale attiva dal settembre 2015, è oggi uno strumento essenziale per la piena applicazione della legge 199 del 2016, ribattezzata anti-caporali. E’ un organismo che si concretizza in un elenco “certificato” dall’Inps di imprese agricole, in regola con le disposizioni in materia di lavoro, legislazione sociale, imposte sui redditi. Ma ancora a Palermo non è nata.
“Ad oggi, purtroppo, questo strumento fondamentale è assente nella nostra provincia ed è per questa ragione che ci siamo rivolti al prefetto, sicuri della sua sensibilità su un tema come la lotta al caporalato in agricoltura – dichiarano il segretario generale Flai Cgil Palermo Dario Fazzese e il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo – Al di là dell’azione repressiva e di denuncia, con le misure previste dalla Rete, tra le quali collocamento pubblico, si potrebbe fare un concreto salto di qualità per liberare definitivamente il settore agricolo da questa piaga dello sfruttamento, molto presente ancora oggi nel sistema agricolo palermitano, ridando dignità alle lavoratrici e ai lavoratori agricoli. Un fenomeno che è duplicemente dannoso: se da un lato aliena le condizioni di vita di migliaia di lavoratori, italiani e stranieri, approfittando della loro evidente condizione di bisogno, dall’altro lato determina una situazione di mercato viziata che, nella rincorsa ad offrire il prezzo più basso, vede prevalere le aziende irregolari a danno di tutte quelle imprese che rispettano leggi e contratti”.
Tante le iniziative previste dalla “rete” per le aziende sane e virtuose, che possono beneficiare di aiuti e servizi comuni. “Oltre al collocamento pubblico, un altro servizio che si può attivare è quello del trasporto dei lavoratori – proseguono Dario Fazzese e Mario Ridulfo – Quando la Flai ha portato avanti nelle campagne l’iniziativa del sindacato di strada, sono emerse situazioni di sfruttamento dei lavoratori in svariate aziende. Nel Corleonese ci sono stati diversi arresti, anche in seguito alle denunce e ai casi anomali evidenziati dalla Cgil, che hanno scoperchiato una cruda realtà. Con lo sblocco dei licenziamenti e l’impoverimento del comparto agricolo, temiamo che fenomeni come l’intermediazione di manodopera, a maggior ragione in questo particolare momento, possano progredire. Siamo certi che in questa situazione di debolezza, la costituzione della rete, con la collaborazione e l’impegno di tutti, possa porre un argine rafforzando il contrasto a tutti i fenomeni di sfruttamento e di illegalità in agricoltura”.
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