I lavori sono ancora in corso ma la prima pietra (virtuale) sulla nuova Scuola pratica di agro-ecologia Valdibella è stata posta. Nascerà, infatti, a Camporeale, presso i locali della cooperativa agricola Valdibella, la proposta formativa rivolta agli agricoltori, giovani e non, che vogliono approfondire pratiche agricole, all’interno di uno scenario complesso e variegato qual è quello dell’agricoltura sostenibile.
“Incontro spesso tanti giovani agricoltori e operatori agricoli che non hanno ricevuto nessuna formazione specifica prima di introdursi nella gestione delle aziende. Spesso manca del tutto la conoscenza di principi agronomici di base e di metodi di coltivazione sostenibili – esordisce Massimiliano Solano – presidente della cooperativa Valdibella e ideatore della scuola –”. “Perché fare agricoltura non significa soltanto finalizzare il lavoro alla mera produzione e al suo rendimento, ma implica metodi e attività capaci di prendersi cura in toto dell’ambiente. Solo con un cambio di paradigma così concepito – continua Solano –, sarà possibile pensare al futuro dell’agricoltura, attuale e sostenibile sotto ogni aspetto: da quello economico a quello produttivo, da quello paesaggistico a quello umano”.
La meccanizzazione del mondo agricolo e l’introduzione della chimica hanno sempre più allontanato l’agricoltore dall’elemento naturale. Perché se da un lato ciò lo ha affrancato da una fatica fisica annichilente, dall’altro ha creato un solco sempre più profondo.
Il sapere inteso come conoscenza del “mestiere” diventa così secondario. La meccanizzazione e le sostanze chimiche hanno demandato il sapere all’industria e l’alleggerimento del lavoro fisico si è declinato anche con un alleggerimento delle proprie personali competenze conoscitive. I saperi ereditati e quelli acquisiti dall’osservazione e dalla pratica cedono il posto a nozioni preconfezionate e imballate in forma di macchinari, attrezzi e sostanze chimiche.
Allontanando così la capacità manuale e di conseguenza lo sguardo attento che genera conoscenza diretta, sensibilità e prossimità, l’agricoltore si riduce a semplice operatore, esecutore cioè di competenze e visioni omologati e funzionali all’industrializzazione agricola. E questo si riflette sull’ambiente e sulla sostenibilità della stessa agricoltura, dove di fatto molti terreni hanno perso la loro capacità produttiva e i fenomeni di degrado del suolo sono abbastanza visibili ovunque. Infatti, più di 70% del territorio siciliano è a rischio desertificazione.
La Scuola pratica di agro-ecologia perciò si propone come supporto a un’agricoltura di base e un ampio spazio sarà dedicato anche all’apprendimento delle tecniche di gestione delle colture con giornate di esperienza pratica in campo. La Scuola proporrà una programmazione annuale, cadenzata rispetto ai cicli biologici delle piante.
“Obiettivo formativo essenziale sarà anche quello di dare spazio proprio all’aspetto ecologico dell’agricoltura, incluse le interazioni tra gli organismi, l’importanza della biodiversità sopra e sotto suolo e dei servizi ecosistemici necessari alla sopravvivenza della coltivazione e degli agricoltori, unendo conoscenze tradizionali tramandate da secoli con recenti evidenze scientifiche – esordisce Rafael Bueno, ecologo, dottore di ricerca per l’Università di Palermo e direttore scientifico della Scuola –”. “Conoscenze che spesso non si incrociano e non trovano spazio nella diffusione pubblica e tantomeno nelle prassi e metodi imposti dell’agricoltura industriale – continua Bueno – se non come limitate campagne di sensibilizzazione per un cambiamento in atto sempre più urgente”.
“La programmazione annuale prevede tre tipologie di incontri – afferma Valeria Monti, coordinatrice della scuola –: un corso base di conversione all’agro-ecologia, che si organizzerà nei fine settimana (per non intralciare il lavoro in campo), delle giornate formative, con focus circoscritti su alcuni aspetti specifici (come per esempio l’identificazione degli insetti e il controllo biologico delle colture), e infine delle giornate dedicate al consumatore finale, soggetto che chiude a pieno titolo il processo agricolo del quale né è attore protagonista”.
A completare la squadra che lavorerà al progetto, Danilo Colomela, Simona Trecarichi e Alba Baccarella che compongono il comitato scientifico.