(di Redazione) Un’altra brutta annata per l’olivicoltura italiana. Dopo il 2017 in cui la produzione segnò un recupero rispetto all’annata precedente (anch’essa parecchio brutta), per il 2018 si prevede una totale debàcle totale in quasi tutte le regioni italiane. Peggiorano, infatti, di ora in ora i dati della campagna olearia di quest’anno. Secondo l’indagine di ‘Italia Olivicola’ condotta nell’ultima settimana di settembre, le previsioni di produzione segnano il 50 per cento in meno rispetto alle quasi 430 mila tonnellate dello scorso anno, attestandosi a poco più di 215 mila tonnellate. Ad incidere, fa notare l’Organizzazione, le condizioni meteorologiche altalenanti ed estreme che hanno prodotto danni considerevoli alle piante, tali da indurre a richiedere lo stato di calamità naturale nelle zone più colpite. Ma anche le emergenze fitosanitarie, dalla Xylella agli attacchi di agenti parassitari, come la tignola o la mosca, agevolati da un’estate lunga, calda e umida. Nel crollo della produzione pesano soprattutto le difficoltà riscontrate nelle due regioni leader nella produzione di olio. In Puglia si registra un calo del 56% rispetto allo scorso anno, con punte anche superiori al 70 per cento; mentre in Calabria è del 70 per cento a causa degli attacchi degli agenti patogeni. E ancora la Basilicata perde l’85 per cento con una produzione ridotta poco più di 1000 tonnellate; sfiora il 40 per cento di riduzione anche la Campania, mentre è negativa anche l’annata in Sicilia (-47 per cento) e in Sardegna (-63 per cento). Altalenante, invece, l’andamento nelle regioni centrali. La Toscana, in controtendenza rispetto al Sud, segna +15 per centomentre sono negative Lazio (-29 per cento), Umbria (-18 per cento), Marche (-39 per cento) e Abruzzo (-12 per cento). Andamento positivo, invece, per le Regioni del Nord grazie soprattutto al buon clima estivo in Veneto (+35 per cento) e Lombardia (+30 per cento).
Campagna olearia 2018 da dimenticare. Sicilia nella media nazionale del -50 per cento
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