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Caldo, Coldiretti: “Con Scipione è allarme siccità nei campi”
di Roberta Mannino

Con l’innalzamento delle temperature è allarme siccità nelle campagne dove sono a rischio le semine primaverili di riso, girasole, mais e soia, ma anche le coltivazioni di grano, altri cereali e foraggi per l’alimentazione degli animali ed anche gli ortaggi e la frutta che hanno bisogno di acqua per crescere e assicurare la produzione di cibo Made in Italy sulle tavole degli italiani in un momento peraltro difficile a causa della guerra in Ucraina e dei rincari. È l’allarme della Coldiretti per l’arrivo di Scipione, l’anticiclone africano che investirà tutta la Penisola con valori addirittura fino a 40°C in certe zone.

Con l’arrivo del grande caldo – sottolinea la Coldiretti – manca infatti l’acqua necessaria ad irrigare le coltivazioni che si trovano in una situazione di stress idrico che mette a rischio le produzioni in buona parte del Paese, in un 2022 segnato da precipitazioni praticamente dimezzate.

Nonostante le ultime precipitazioni il livello del Po – rileva la Coldiretti – è sceso al Ponte della Becca -3,1 metri rispetto allo zero idrometrico, un livello più basso che a Ferragosto. Una situazione – spiega la Coldiretti – in realtà rappresentativa dell’intero bacino idrografico nazionale con l’emergenza acqua che si estende dal nord al centro e al sud Italia.

Con il cambiamento della distribuzione nella pioggia dal punto di vista geografico e temporale, in Italia per risparmiare l’acqua, aumentare la capacità di irrigazione e incrementare la disponibilità di cibo per le famiglie è stato elaborato e proposto da Coldiretti e Anbi un progetto immediatamente cantierabile per la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presente. Il progetto – conclude Coldiretti – è di realizzare laghetti, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando serve ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione.

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