Sicilia Rurale

Bava di lumaca per curare la mastite bovina, avviata la ricerca

Da prodotto curativo e cosmetico per l’uomo a terapia per la cura degli animali e protezione delle colture.

La bava di lumaca potrebbe presto essere utilizzata come sigillante mammario naturale per prevenire o trattare la mastite bovina, spesso di origine batterica, che in molti allevamenti italiani colpisce tra il 20% e il 40% dei capi di bestiame e che attualmente viene curata con antibiotici.

La mastite bovina è una malattia che causa l’infiammazione della ghiandola mammaria e della mammella, determinando un’importante riduzione della quantità e della qualità di latte prodotto.

La mastite rientra tra le patologie più comuni che possono colpire le mucche da latte.

Un altro campo di utilizzo potrebbe essere per la protezione rigenerativa delle colture.
La ricerca è promossa dall’Istituto internazionale di Elicicoltura di Cherasco (Cuneo) in cooperazione con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta e l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (Cuneo).

Gli studi condotti nei laboratori della Snail Therapy Company, il ramo dedicato alla lavorazione della preziosa bava delle lumache, in collaborazione con enti di ricerca tra cui l’Università Gabriele d’Annunzio di Chieti e Pescara e l’Universitè Grenoble Alpes hanno dimostrato come il siero prodotto dalle chiocciole Metodo Cherasco – frutto di una innovativa modalità di estrazione cruelty free e certificato Cosmos Icea – possieda importanti qualità terapeutiche determinate dagli elementi naturali di cui è naturalmente ricco”.
“Convalidare scientificamente l’efficacia della bava di lumaca anche come sigillante mammario e avviare una produzione specifica per questo utilizzo che sia economicamente sostenibile sia per i produttori, che per gli allevatori cui è destinata è la grande sfida che attende il primo gruppo di lavoro al mondo su questa specifica tematica appena costituitosi a Cherasco, cui il nostro Istituto apporta con convinzione“.

Il progetto avviato a Cherasco “apre prospettive molto interessanti con lo stringente disciplinare di allevamento del Polo Elicicolo di Cherasco la chiocciola allevata risulta addirittura migliore di quella che si trova in natura, grazie alla possibilità di controllarne e aumentarne la sicurezza e la qualità“.

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