(di Angela Sciortino) Buccia liscia, inconfondibile colore verde chiaro, poco succo con un alto livello di acidità, quasi senza semi e con un profumo inebriante. Il limone verdello, e chi ha qualche anno sulle spalle non può non ricordarlo, rappresentava un prodotto d’eccellenza e rappresentava quanto di più redditizio potesse regalare l’agricoltura del litorale Est di Palermo.
Le campagne di Bagheria e Casteldaccia, ma anche di Altavilla Milicia e Trabia, prima di diventare distese di villette destinate alla villeggiatura della piccola borghesia panormita, erano preziosi giardini di limoni. Lì, grazie alla perizia degli agricoltori che sapevano come dosare l’acqua irrigua in tempi e volumi, facevano andare in sofferenza le piante ma senza farle morire, costringendole a una fioritura fuori tempo. Riuscivano così a produrre da maggio a settembre nuovi limoni, pochi e scarsi di succo, ma dal valore commerciale altissimo, proprio perché normalmente in estate le piante di limone non portano frutti. I contadini adottavano la cosiddetta tecnica della “forzatura” sfruttando una particolarità fisiologica della pianta del limone che in molte varietà presenta una spiccata tendenza a fiorire più volte durante l’anno, facendolo in genere in risposta a situazioni di stress.
La fortuna del verdello si dissolse come neve al sole qualche decennio fa, quando cominciarono ad arrivare agrumi dalle diverse parti del mondo. Da quelle, in pratica, dove fa freddo mentre in Sicilia il sole spacca le pietre. I limoni argentini dal prezzo competitivo cominciarono ad arrivare in Italia e perfino nell’Isola dopo giorni e giorni di navigazione, scalzando le preziose produzioni isolane. Sapevano un po’ di muffa, però. E spesso portavano malattie ignote per i nostri agrumi.
Da qualche anno, però, magicamente il verdello di Sicilia ha ripreso quota, così come i limoni di stagione che si producono in quello che è rimasto dei rigogliosi agrumeti che si affacciano sulla costa ad Est del capoluogo siciliano. la fortuna degli prodotti nostrani, come spesso accade, è legata alle sventure dei competitors internazionali. Negli ultimi anni, infatti, si è registrato un calo dell’offerta complessiva a causa di problemi produttivi che si sono verificati in Spagna e nell’emisfero Sud del mondo, con il conseguente incremento dei prezzi nel periodo di maggior consumo che coincide con i mesi primaverili estivi.
Oggi il verdello di Bagheria, gioiello dell’agricoltura locale, ricercato dagli chef perchè in grado di generare piatti e pietanze gustose viene celebrato con un festival (quest’anno è la seconda edizione) che si svolgerà proprio a Bagheria il 29 e 30 settembre. Il Verdello Fest è organizzato dall’Associazione La Piana d’Oro insieme alla Pro Loco “Bagheria Città delle Ville”. Si tratta di un grande evento studiato per la valorizzazione del limone verdello che coinvolgerà direttamente i produttori locali per mettere in luce le bontà e le prelibatezze ottenute dalla lavorazione del limone, nei settori della ristorazione, della pasticceria, della gelateria e delle essenze liquorose. L’obiettivo strategico, attraverso l’organizzazione di un evento che leghi la storia, la tradizione, la memoria collettiva ai vari settori della vita economica e culturale della città, è il rilancio del limone verdello come simbolo dell’identità territoriale nel tentativo di attivare micro-filiere produttive virtuose.