(di Redazione) Prima riunione, nei giorni scorsi, all’Assessorato regionale all’Agricoltura, per il tavolo di crisi sul vino comune siciliano chiesto dalla Cia Sicilia Occidentale.
Un “incontro positivo”, così l’ha definito Antonino Cossentino, presidente della Cia Sicilia Occidentale, con l’assessore Edy Bandiera, nel quale l’organizzazione che rappresenta i produttori delle province di Palermo e Trapani ha illustrato i nodi cruciali della crisi dei prezzi, ribadendo quelle che sono le sue proposte: abbassamento del tetto massimo delle rese per ettaro del vino da tavola da 500 a 250 quintali per riequilibrare il mercato e il reddito dei produttori; maggiore sostegno alle piccole e medie imprese; divieto assoluto di zuccheraggio; maggiori controlli contro le frodi; stop all’emigrazione dei vigneti siciliani verso il nord Italia attraverso le regole dei diritti di reimpianto.
«È stato un incontro che ha dato i suoi frutti – ha detto Cossentino – al termine del quale l’assessore chi ha dato la disponibilità ad essere con noi giorno 7 agosto a Roma per incontrare il ministro Gian Marco Centinaio. Questo tavolo di crisi deve adesso restare aperto e continuare a vigilare sullo stato di salute del comparto vitivinicolo siciliano».
Della delegazione che andrà a Roma faranno parte anche Dino Scanavino, presidente nazionale di Cia Agricoltori Italiani, Matteo Paladino, vicepresidente della Cia Sicilia Occidentale, e i presidenti di alcune cantine cooperative del territorio.
«Confronto proficuo. Davvero tanti spunti di riflessione su cui impegnarci in una visione condivisa delle priorità del comparto vitivinicolo in Sicilia», così l’assessore regionale all’Agricoltura, Edy Bandiera ha concluso l’incontro.
«Nel dettaglio sono emerse alcune questioni che, a ragione, – ha continua Bandiera – possono trovare spazio nella nuova programmazione. La piena condivisione delle priorità indicate deve portarci, da subito, a ricercare il pieno coinvolgimento dell’Ue e del Ministero delle Risorse Agricole per evitare una stagione segnata dalle tante preoccupazioni portate al tavolo di oggi che sono la punta più avanzata di un disagio crescente tra le file delle aziende vitivinicole siciliane».