E’ prevista per la seconda metà del 2026 la Carta dei suoli d’Italia in scala 1:100.000, uno strumento atteso da decenni grazie al quale ogni agricoltore potrà decidere quale sia la coltura più adatta al suo suolo, il sistema agricolo migliore, le lavorazioni da preferire, la gestione più opportuna con ricadute positive per produttività, reddito e ambiente. Anche perché i suoli coltivati italiani a partire dal secondo dopoguerra hanno perso tra il 2% e il 3% di sostanza organica con conseguenti danni ambientali e sociali, oggi i due terzi circa sono degradati. E’ quanto è emerso in un incontro in collaborazione con il Crea, su iniziativa di Luca De Carlo, presidente della IX Commissione del Senato, sulla tutela del suolo al quale ha partecipato il…