(di Angela Sciortino) Più della metà del grano duro coltivato in Italia è a rischio tracciabilità. Cioè chi lo acquista e lo trasforma non ha la certezza che quella granella abbia le caratteristiche tecniche e organolettiche tipiche della varietà dichiarata dal produttore. L’allarme lo ha lanciato Assosementi, l’associazione che riunisce le imprese sementiere italiane, secondo cui rispetto all’anno scorso le richieste di certificazione di sementi di grano duro in Italia sono calate ancora del 12%. E già nella campagna scorsa era stato impiegato seme non certificato in più del 50% della superficie coltivata. «Senza seme certificato non ha senso parlare di tracciabilità – afferma Franco Brazzabeni, presidente della Sezione cereali di Assosementi – secondo i numeri diffusi dal Crea-Dc, l’ente responsabile della certificazione delle sementi…