(di Angela Sciortino) Il primo carico di arance siciliane destinato alla Cina è stato lavorato qualche giorno fa a Scordia e salperà dalla banchina del porto di Catania domani, 5 febbraio. Tutti entusiasti: la Oranfrizer che ha preparato i due container, l’assessore Bandiera che ha ricordato come si tratti di «un risultato ottenuto solo grazie alla messa appunto del nostro protocollo fitosanitario, che vide qui, con noi, un anno fa, gli ispettori cinesi».
«Oranfrizer è orientata da sempre all’internazionalizzazione dell’arancia rossa coltivata in Sicilia – afferma il Ceo Nello Alba – è giunto il momento di prendere il largo e raggiungere anche la Cina. Quando si superano certi confini con le nostre arance rosse siamo consapevoli di rappresentare la Sicilia, il made in Italy ed uno dei tesori agroalimentari più importanti d’Europa. Stiamo esportando un’eccellente selezione di Moro e Tarocco Ippolito, in un momento in cui il gusto e la pigmentazione sono al massimo della loro espressione. L’intento è far sì che il prodotto venga percepito da subito in tutta la sua naturale alta qualità. Ovviamente la partenza di domani per noi rappresenta un primo test, ma ci auguriamo che questi due container possano diventare presto 20 ed in futuro 200».
Le arance dirette in Cina, però, non viaggeranno in aereo come ci si sarebbe aspettati dopo la firma del protocollo da parte del ministro Centinaio con le autorità cinesi. L’ok al trasporto aereo del 24 gennaio scorso è arrivato troppo tardi per Oranfrizer che aveva già organizzato tutto per l’invio del carico prenotato da tempo.
Il viaggio con destinazione Shangai, le prime arance siciliane lo faranno in nave e partiranno dal porto di Catania. Sulla banchina del porto di Shangai i due container contenenti arance delle varietà Moro e Tarocco Ippolito, per un totale di 46 mila chilogrammi, sbarcheranno il prossimo 18 marzo.
In oltre un mese e mezzo di viaggio dentro il container avverrà quello che i tecnici definiscono il cold treatment, il processo a cui è affidata la garanzia richiesta dalle autorità cinesi che non ci sia traccia di mosca mediterranea e delle sue forme svernanti nel carico. In Cina, infatti, la mosca mediterranea, per fortuna loro, è sconosciuta e un accidentale ingresso del parassita potrebbe mettere in crisi la frutticoltura di quel paese.
Per le arance siciliane si tratta del debutto nell’interessantissimo mercato cinese che osserva tutti i prodotti made in Italy con enorme interesse. Ancora qualche settimana, dunque, e potranno essere soddisfatte le aspettative dei ricchi consumatori cinesi – pochi in termini percentuali sulla popolazione, ma numerosi in termini assoluti – letteralmente stregati dal made in Italy e alla ricerca di cibi sani e dalle importanti proprietà nutraceutiche (in Cina stanno crescendo esponenzialmente le malattie degenerative e neoplastiche).
«Il Distretto Agrumi di Sicilia – afferma il presidente Federica Argentati – in questi anni ha sollecitato a lungo e con insistenza per aprire il mercato cinese agli agrumi siciliani, un mercato grande e in prospettiva dalle grandi potenzialità. Facciamo il più grande in bocca al lupo a Oranfrizer che porta i primi due container di agrumi siciliani in Cina via nave, raccogliendo una sfida importante per tutto il comparto e che in futuro andrà affrontata facendo maggiormente sistema in Sicilia e in tutta Italia. Siamo anche convinti che il trasporto via aereo consentirà di accorciare i tempi in modo significativo, garantendo ancor di più la conservazione delle caratteristiche qualitative e organolettiche dei nostri agrumi». Nel frattempo il deputato regionale Stefania Campo sul suo profilo Facebook ha annunciato che è “quasi pronto un disegno di legge che prevede le macchine spremiagrumi automatiche nelle scuole, negli ospedali e in tutti gli uffici regionali, acquistando le arance direttamente dai produttori”. «Accogliamo con soddisfazione la notizia – conclude Argentati – che va nella direzione di un’altra istanza portata avanti da tempo dal Distretto».