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Apicoltura: al via il censimento annuale, con polemica, degli alveari in tutta Italia
di Angela Sciortino

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(di Luigi Noto) Apicoltori professionisti e hobbisti hanno una importante scadenza da rispettare. Tutti coloro che possiedono alveari sono tenuti al censimento annuale, che si svolge tra il 1° novembre ed il 31 dicembre 2018. L’iscrizione nella banca dati (Bda) dell’anagrafe apistica nazionale è un obbligo di legge e riguarda i proprietari anche di un solo alveare.

Questo adempimento che impegna i ministeri della Salute e delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo serve a monitorare la consistenza del patrimonio apistico nazionale, della razza di ape impiegata, della tipologia dell’allevamento (autoconsumo o professionale, convenzionale o biologico) e la correttezza delle coordinate satellitari degli apiari presenti sul territorio nazionale. La Banca Dati Apistica Nazionale rappresenta, insomma, la fonte ufficiale per la comunicazione alle istituzioni comunitarie del patrimonio apistico presente sul territorio nazionale e regionale. 

La Fai Sicilia – Federazione Apicoltori evidenzia che per la mancata o incompleta iscrizione alla Banca Dati dell’Anagrafe apistica nazionale sono previste sanzioni amministrative da mille a 4 mila euro. Inoltre, quanti non siano iscritti nella Banca Dati non possono essere qualificati come “apicoltori” ai sensi della vigente normativa e che da questo aggiornamento dipende l’ammontare dello stanziamento europeo per finanziare i progetti Regionali con il Regolamento Ue n. 1308/13.

Ma anche su questo “semplice” appuntamento annuale del censimento è scoppiata una polemica. A sorpresa e senza alcun preavviso dal 13 novembre 2018, chi ha fatto l’accesso in Anagrafe Apistica Nazionale ha trovato un messaggio con cui si avvisa che «Nel sistema informativo Apicoltura, come richiesto dal Ministero, è stato aggiunto il campo “Laboratorio di Smielatura”». Scegliendo tra le due opzioni disponibili, “SI” e “NO”, di fatto gli apicoltori iscritti dovranno comunicare al sistema se dispongono o meno di un laboratorio apistico di estrazione e/o confezionamento per miele o altri prodotti dell’alveare; un dato che potrebbe successivamente essere incrociato con altri parametri aziendali. 

La Fai-Federazione Apicoltori Italiani ha chiesto chiarimenti ai due Ministeri competenti – Salute e Politiche Agricole – sul perché tale procedura non sia stata concordata o, quantomeno, preventivamente annunciata affinché potessero essere informati tutti gli apicoltori sulla natura e sul senso del nuovo adempimento. 

Secondo Fai il Ministero dovrà chiarire molti punti. Alla domanda in questione bisognerà rispondere obbligatoriamente o la risposta è facoltativa? Quale finalità ha la raccolta del dato? In ogni caso, per evitare fraintendimenti, bisognerebbe indicare anche la tipologia del laboratorio: permanente o con autorizzazione temporanea, laboratorio conto terzi o consortile. Tutte fattispecie che, secondo la Fai, devono essere chiarite prima che il sistema di Anagrafe Apistica Nazionale inizi a effettuare, com’è a questo punto prevedibile, controlli sulla natura produttiva, organizzativa, commerciale e giuridica dei soggetti iscritti alla Banca dati. La novità introdotta – si legge in una nota dell’associazione di rappresentanza degli apicoltori – si trasforma in un motivo in più per scoraggiare invece che incentivare, in questa delicata fase del censimento, le persone già regolarmente iscritte all’Anagrafe, dalle quali si pretende sempre più, trascurando invece quei soggetti più renitenti e sconosciuti che detengono illegalmente circa il 30% del patrimonio apistico nazionale e che proprio per queste ragioni, nella totale indifferenza delle Autorità competenti, di iscriversi all’Anagrafe non ci pensano neanche lontanamente.

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