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Allevare l’anguilla, un’opportunità per le aree interne
di Angela Sciortino

allevamento anguilla

(di Redazione) Il “Piano regionale dell’allevamento delle Anguille” è il tema del seminario che si svolgerà, lunedì 12 agosto (inizio 9,30), a Sinagra (Palazzo Salleo) in provincia di Messina. 

Il comune di Sinagra da sempre apripista in questa opportunità di sviluppo, punta l’attenzione sui fondi europei con i quali viene incentivata l’acquacoltura caratterizzata da risparmio energetico, sostenibilità ambientale e sicurezza alimentare che deve essere vista come una grande opportunità per la nostra regione. Per l’amministrazione di Sinagra è anche l’occasione per valorizzare la 31esima “Sagra dell’anguilla“ che si svolgerà sempre il 12 agosto nel centro nebroideo di origini normanne devoto a San Leone.anguilla

Le proteine del pesce hanno elevatissimo valore biologico e minore impatto ambientale rispetto agli altri sistemi di allevamento. Il prodotto di acquacoltura mette insieme queste caratteristiche e offre garanzie di qualità e gusto ai consumatori. Ad oggi l’import italiano del prodotto di acquacoltura proveniente dal bacino mediterraneo (Turchia, Grecia, etc) è di 4 miliardi di euro. Le potenzialità della Sicilia sono elevatissime sia per la maricoltura che per l’acquacoltura rurale delle aree interne, dove gli imprenditori agricoli diventano anche allevatori di pesce. 

Dopo i saluti del sindaco di Sinagra Antonino Musca, interverranno, fra gli altri, l’assessore all’agricoltura Edy Bandiera e il direttore generale Rosolino Greco.

I lavori moderati da Leonardo Catagnano del Dipartimento Pesca Mediterranea – Servizio 4 sviluppo locale, saranno introdotti da Alfonso Milano dirigente Servizio 2 Pesca e Acquacoltura e Pier Antonio Salvador presidente Associazione piscicoltori italiani (Api).

Previste le relazioni di Antonio Duchi biologo ittiologo, (Presenza dell’anguilla in Sicilia e distribuzione della specie); Fabio Borghesan biologo professionista esperto in acquacoltura, (Aspetti tecnici dell’allevamento in relazione al piano gestione anguilla); Oliviero Mordenti ricercatore Università degli studi di Bologna (Prime e significative esperienze sulla riproduzione in cattività dell’anguilla europea) e Fabio Marino professore ordinario dell’Università degli Studi di Messina (Aspetti igienico sanitari e di welfare nell’allevamento dell’anguilla europea).

Il seminario si concluderà con un test consumer di anguille di allevamento.

A Sinagra la pesca dell’anguilla è una vera e propria tradizione la cui tecnica si tramanda di generazione in generazione e prende. Il metodo antico e rudimentale (tanto da farlo risalire all’era preistorica) si chiama “stagghiata” che, tradotto in italiano, significa “fermare l’acqua”. In pratica, i pescatori, una volta individuato un tratto di fiume ricco di anguille, deviano a monte l’acqua fino a far asciugare il tratto sottostante prescelto e, successivamente, con una piccola forchetta sollevano le pietre ove si si sono nascoste le anguille e per catturarle le infilzano. 

La “stagghiata” nei giorni precedenti la sagra era un richiamo turistico per gli appassionati o per i tanti turisti incuriositi da tale tipo di pesca durante la quale venivano catturate solo le anguille che superavano i 100 grammi di peso in modo da perseverare la continuità della specie. 

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