(di Angela Sciortino) Ci fu un periodo in cui i tavoli di concertazione per l’agricoltura andavano di moda. Ci furono i tavoli agricoli, poi quelli verdi. Poi niente più tavoli perché il confronto con la realtà vera e non edulcorata dell’agricoltura siciliana era troppo imbarazzante. Adesso si ritorna all’antico e così oggi a Palazzo d’Orleans si è insediato il Tavolo di crisi dell’agricoltura siciliana. A farne parte la Regione, l’Associazione bancaria italiana, le organizzazioni di categoria, dei produttori e il “Comitato anticrisi agricoltura Sicilia”. Lo strumento è stato voluto dal presidente Nello Musumeci, per contrastare la gravissima crisi di mercato nel comparto ortofrutticolo dell’Isola. Anche se “alla frutta” c’è ormai tutto il settore primario. Alla riunione, che si è protratta per alcune ore, erano presenti anche gli assessori all’Economia, Gaetano Armao, all’Agricoltura, Edy Bandiera e alle Attività produttive, Mimmo Turano.
A margine dell’incontro è stato annunciato anche un incontro con i vertici dell’Inps per chiedere una sospensione del pagamento dei contributi previdenziali e il potenziamento dei controlli – con la collaborazione di Carabinieri, Guardia di finanza e Corpo forestale della Regione – sulle merci importate presso dogane, porti e supermercati. Nel frattempo era già stato consumato un atto di assoluta gravità: il Tar di Catania tre giorni fa ha ribaltato il provvedimento dell´Autorità Sanitaria in merito alle 5 mila tonnellate di grano duro kazako bloccate lo scorso 15 marzo al Porto di Pozzallo su una nave proveniente dalla Russia. Il carico, valore un milione e 200 mila euro era stato acquistato dal “Molino Gaetano Roccasalva” di Modica il cui titolare ha presentato ricorso. E l’ha vinto. Nonostante fossero state bollate come non idonee al consumo umano, le 5 mila tonnellate di grano duro sono state “liberate” e possono tornare nella disponibilità del loro proprietario. ll carico di grano duro kazako a distanza di un mese dal sequestro (chissa come avranno avuto tempo di svilupparsi le muffe in trenta giorni…) secondo i giudici del Tar – supportati evidentemente da esperti microbiologi – potrà essere selezionato, separando la frazione ammuffita da quella non contaminata e utilizzato (non si come nè per chi). Intanto, noi avveduti e istruiti consumatori gettiamo nella spazzatura qualsiasi cibo che presenti tracce di muffa perché dagli esperti abbiamo saputo che è inutile allontanare la parte contaminata: le micotossine migrano velocemente e vanno molto al di là della zona infetta che riesce a vedere l’occhio umano.
Tornando al Tavolo di crisi dell’agricoltura siciliana istituito oggi, il governatore ha illustrato le iniziative messe in campo dalla Regione («che ha subito risposto al grido di allarme dei produttori orticoli di Vittoria») dopo i confronti già avuti con i rappresentanti della Grande Distribuzione Organizzata, con gli europarlamentari eletti nel collegio Sicilia-Sardegna e le interlocuzioni con il ministero delle Politiche agricole.
«Sono certo – ha affermato Musumeci – di avere la coscienza a posto e di avere fatto tutto quello che era nelle mie possibilità. Questa è una battaglia che si vince, o si perde, tutti insieme. Dobbiamo avere chiaro che il mercato è sempre più ostile, globalizzato, avaro. La situazione è eccezionale e, quindi, bisogna utilizzare le misure straordinarie attualmente vigenti, ma anche pensare a soluzioni normative che non possano prescindere da una forte interlocuzione con il Governo nazionale, ma anche con l’Unione europea».
Il governo della Regione ha ricordato Musumeci già provveduto a dichiarare lo stato di crisi di mercato per la fascia trasformata, a presentare emendamenti alla legge di stabilità per rifinanziare la legge sul credito agrario, per procedere al ritiro dal mercato dei prodotti a fini umanitari, per avviare azioni di promozione presso la Grande Distribuzione Organizzata favorendo così la vendita del “made in Sicily”. I rappresentanti del “Comitato anticrisi agricoltura Sicilia” hanno chiesto che alle azioni prospettate dal governo regionale venga aggiunta la rivisitazione dei trattati internazionali, la moratoria di tutte le passività aziendali, la creazione di un fondo che aiuti le aziende in crisi, soprattutto quelle i cui beni immobili sono stati o stanno per essere venduti all’asta. Da parte delle organizzazioni di categoria è emersa la necessità di valorizzare e difendere le produzioni regionali, facendo pressioni sulla Gdo, anche con spazi riservati al brand “Sicilia”.
«L’istituzione di questo tavolo che sarà permanente – ha concluso il presidente Musumeci – è un passo avanti per tentare di risolvere la crisi. Grazie a confronti, tra tutte la parti in causa come questo, possono venire soluzioni condivise che aiutino il percorso. Non possiamo e non vogliamo lasciare soli i produttori. Non appena a Roma si insedierà il nuovo governo chiederemo che la questione venga affrontata su un tavolo nazionale. Nel frattempo, predisporremo un documento e tramite il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, che ha già manifestato grande disponibilità in tal senso, chiederemo un incontro con il Commissario per l’Agricoltura».