(Angela Sciortino) Per il mondo della vitivinicoltura siciliana l’edizione del Vinitaly 2018 – a Verona dal 15 al 18 aprile – è quasi più importante di un debutto. Le major, ma anche le piccole aziende, del pianeta vino siciliano non sono nuove alla presenza alla rassegna veronese. Ma questa è la prima volta che ben 147 aziende partecipano, non più dentro il contenitore organizzato, preordinato, allestito e pagato da mamma Regione tramite l’Istituto Vini e Oli di Sicilia (Irvo) che, per inciso, con la Fiera di Verona ha ancora qualche conticino da saldare. E, per fortuna, bisogna riconoscerlo, non hanno optato per l’ordine sparso. A guidare il plotone delle cantine siciliane tre sigle: Assovini (con 44 aziende), Consorzio di tutela Doc Etna (con 43 soggetti) e Providi insieme a Vitesi, la associazione-sezione dei produttori di vini bio (con 60 produttori). Il tutto coordinato dall’Assessorato Agricoltura e reso più facile da una dotazione complessiva di 960 mila euro, finanziamento derivante dalla misura 3.2 del Psr destinata alla promozione sul mercato interno. Il tutto, è bene ricordarlo, conservando il padiglione n.2 che ormai da decenni è la sede che l’Ente Fiera di Verona ha sempre riservato alla Sicilia e che tutti gli habitué della rassegna scaligera associano, appunto, all’Isola.
È arcinoto che se ci si vuole fare notare, se si vogliono intrecciare rapporti commerciali con i buyers stranieri, al Vinitaly non si può mancare. E per le aziende vitivinicole siciliane partecipare anche all’edizione 2018 è diventato un fatto essenziale, visto che la rassegna di Verona è ormai accreditata tra le più importanti fiere di settore in Europa. Così al 31 agosto dello scorso anno si era già registrato il tutto esaurito in ordine alla prenotazione di spazi espositivi da parte delle aziende vitivinicole siciliane. Grazie ad un paziente e finora mai sperimentato lavoro di aggregazione che, si augura l’assessore all’agricoltura Edy Bandiera, possa essere di esempio per altri comparti produttivi dove prevale l’individualismo o l’esilarante “ionismo”, trovate geniale rappresentata in una pellicola di Alessandro Aronadio in questi giorni in programmazione nelle sale cinematografiche italiane.
«La Sicilia si conferma sempre di più un brand vincente sui mercati internazionali. Puntiamo su organizzazione, aggregazione e qualità per accrescere l’export e conquistare nuovi mercati», ha dichiarato l’assessore all’Agricoltura Edy Bandiera durante la conferenza stampa di presentazione del Vinitaly 2018 a cui hanno partecipato anche l’assessore regionale al Turismo, Sandro Pappalardo e il presidente della VeronaFiere, Andrea Mantovani.
La Sicilia parteciperà con uno spazio espositivo di circa 3 mila metri quadri all’interno del quale è previsto il “Palcoscenico Sicilia”, ovvero un’area business che ha lo scopo di promuovere la partecipazione unitaria del vino siciliano di qualità nelle molteplici declinazioni dei suoi territori ed è dedicata agli incontri con buyer e giornalisti provenienti da tutto il mondo oltre che alle attività di degustazione affidata a critici di chiara fama.
All’allestimento esterno del padiglione n.2 e dell’area business provvede l’Assessorato alle Risorse Agricole che partecipa con un investimento istituzionale di 240 mila euro. Oltre al padiglione 2 dedicato alle cantine, sarà presente all’interno della Fiera anche uno spazio “Sol” all’interno del quale saranno presenti le aziende siciliane dell’olio, la cui partecipazione sarà curata interamente dall’Assessorato Risorse Agricole.
Il Vinitaly 2018 rappresenta un debutto anche per la pubblica amministrazione. Per la prima volta, ad un importante appuntamento fieristico dedicato a un comparto agricolo, partecipano l’Assessorato al Turismo e quello dei Beni Culturali con la Soprintendenza del Mare. Realizzando finalmente quanto gli esperti del marketing territoriale suggeriscono da tempo e cioè l’associazione dell’enogastronomia e dei beni culturali per la promozione turistica dell’immensa Sicilia che ai turisti può offrire molto di più del solo turismo costiero.
Nel dettaglio, l’Assessorato al Turismo vanterà di una duplice postazione, all’interno del padiglione Sicilia con un info point dedicato alla promozione e valorizzazione delle iniziative e dei territori di grande valenza e richiamo turistico, e nella città di Verona (nella centrale piazza dell’Arsenale) nel periodo che va dal 13 al 18 aprile partecipando alla manifestazione Vinitaly and the City, organizzata da Veronafiere spa e il Comune di Verona. L’iniziativa si snoda nelle più belle piazze della città scaligera in un circuito turistico/culturale di rilievo internazionale, e si caratterizza per il coinvolgimento delle varie regioni italiane che possono promuovere le proprie eccellenze territoriali turistiche e culturali.
Grazie alla collaborazione della Soprintendenza del Mare all’interno del padiglione 2 Sicilia verrà realizzata una mostra di anfore di varie epoche, alcune risalenti al periodo prima di Cristo e via via fino a quelle di qualche secolo fa per testimoniare non solo l’antica vocazione della produzione del vino, ma anche la centralità geografica. Ma perché proprio le anfore? Semplice: fin dall’antichità sono state il principale contenitore di trasporto del pregiato prodotto alimentare che a tutt’oggi costituisce ancora uno dei punti cardini dell’economia siciliana. L’esposizione prevede la ricostruzione di una parte dello scafo in legno di una imbarcazione antica dove verranno collocate alcune delle anfore restituite dai fondali siciliani delle più note tipologie adibite al trasporto del vino.
A Verona verranno premiate le start up siciliane che si sono distinte e gli ambasciatori del vino e dell’olio siciliano nel mondo. Inoltre, nel corso della cerimonia di apertura del Vinitaly 2018, sarà premiato il vignaiolo marsalese Antonio Barraco, che l’Assessore per l’Agricoltura Edy Bandiera, ha individuato come “Benemerito della vitivinicoltura italiana”, dopo un attenta valutazione tra le figure che si sono contraddistinte per avere maggiormente contribuito a promuovere e valorizzare la cultura vitivinicola siciliana. Antonio Barraco, figlio di mezzadro, una laurea in scienze politiche si appassiona al vino e comincia da zero, comprando un piccolo vigneto una dozzina di anni fa. Oggi è tra i vignaioli di riferimento, produce circa 35 mila bottiglie ed è il protagonista di una piccola svolta. Il suo appello a difendere i vecchi metodi nella produzione dei bianchi del suo territorio è stato raccolto dal Consorzio della Doc Sicilia, che lo scorso dicembre, recependo il suo appello, ha così avviato l’iter per modificare il disciplinare.