Al via “Compagnia del suolo”. Parte a fine luglio il giro d’Italia dei suoli, per verificare quante e quali sostanze chimiche ne compromettono la salute e la fertilità. Pesticidi, erbicidi e fertilizzanti lasciano tracce di sostanze chimiche di sintesi nei terreni agricoli, minacciando la qualità dei raccolti, le acque di superficie e quelle sotterranee, la salute degli ecosistemi terrestri e acquatici.
Il sistema di controlli ambientali e sanitari monitora la presenza di pesticidi negli alimenti e nell’acqua. Nel suolo, primo organo recettore delle sostanze chimiche di sintesi utilizzate nell’agricoltura convenzionale, la presenza di molecole potenzialmente dannose per l’ambiente non viene invece rilevata su larga scala, così come non si eseguono analisi sull’impatto dei pesticidi nell’organismo umano. Oggi vengono utilizzati circa 1.000 differenti pesticidi basati su 800 sostanze attive e il numero dei composti sta crescendo nel mondo.
Cominciare a proteggere il suolo iniziando dall’agricoltura, una delle attività che maggiormente si basano sull’utilizzo dei terreni e maggiormente ne hanno bisogno, è quindi sempre più necessario per difendere la nostra salute.
Il progetto Cambia la Terra (promosso da FederBio con Legambiente, Lipu, Medici per l’ambiente, Slow Food e WWF) lancia la “La Compagnia del suolo”, una campagna di sensibilizzazione che traversa l’Italia da nord a sud in nove tappe, a partire dal 28 luglio fino alla prima metà di ottobre 2021.
L’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha dato il suo patrocinio alla campagna di sensibilizzazione, il CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura) ha concesso alcuni dei propri campi sperimentali per le analisi della Compagnia del suolo. Mentre a essere protagonisti degli eventi di presentazione saranno le associazioni che hanno promosso il progetto Cambia la Terra: FederBio, Legambiente, Lipu, WWF, ISDE Medici per l’Ambiente e Slow Food.
“L’agricoltura ha bisogno di suoli puliti e fertili”, dice Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio. “In questo momento, la pratica agroecologica che registra il maggior successo in termini ambientali e di salute degli alimenti è sicuramente il biologico. Se, come dice da anni la FAO, la cosiddetta ‘rivoluzione verde’ (industrializzazione e pesticidi) in agricoltura è fallita, occorre prendere decisioni importanti a livello nazionale e internazionale. È per questo che come FederBio lanciamo una campagna di monitoraggio della qualità dei suoli che parte dai territori, coinvolge gli agricoltori biologici e convenzionali, verifica le differenze tra le due pratiche agricole: non vogliamo dare pagelle, ma sottolineare che i primi a fare le spese di una gestione insostenibile sono gli agricoltori e i cittadini e che è fondamentale supportare gli agricoltori nel cambiamento verso pratiche agroecologiche: anche questa è transizione ecologica. A parlare saranno le analisi dei suoli biologici e convenzionali, in una azione dimostrativa che vuole mettere in evidenza la presenza di inquinanti che minacciano la salute dell’ambiente e dei cittadini”.
Non è un caso che le associazioni del biologico e quelle ambientaliste concentrino il loro interesse su una risorsa così poco conosciuta. La Global Soil Partnership della FAO definisce il suolo “un tesoro nascosto”: “Ci sono più organismi in un grammo di suolo sano che persone sulla Terra. Il 95% del nostro cibo proviene dal suolo, ma il 33% del suolo terrestre è già degradato e questa percentuale potrebbe salire al 90% entro il 2050”. Dal punto di vista climatico, un disastro.
“Il suolo sano assorbe potenzialmente anidride carbonica dall’atmosfera, riducendo il gas che è il maggior responsabile della crisi climatica”, afferma Lorenzo Ciccarese, ricercatore ISPRA. “Oggi come oggi, invece, il contributo all’effetto serra delle pratiche agricole e di gestione del suolo a livello mondiale è tra il 10 e il 12% delle emissioni globali di gas serra. Minimizzare le quantità di CO2 emesse e anzi rafforzare il potenziale di stoccaggio del carbonio da parte dei microrganismi presenti nel suolo fertile è un obiettivo centrale della lotta ai cambiamenti climatici. Tutto ciò che sta succedendo in giro per il Pianeta, la bolla di calore degli Stati americani del nord, gli eventi climatici estremi dell’Europa centrale, gli incendi che martoriano la California in questi mesi estivi dimostrano l’estrema urgenza di intervento. E il cambiamento di uso del suolo a partire dalle pratiche agricole è un elemento centrale del mix di azioni necessarie: nel suolo c’è una concentrazione di carbonio maggiore di quella che è stoccata nell’atmosfera e nelle foreste”.
La Compagnia del Suolo vuole quindi lanciare un allarme. Per farlo organizza dieci eventi nel giro di quattro mesi, raccoglie 18 campioni di terreno da analizzare, percorre più di 4.000 chilometri: questi i numeri della nuova campagna del progetto Cambia la Terra che partirà mercoledì 28 luglio e continuerà fino a inizio novembre. Un giro d’Italia in nove tappe (tre al Nord, tre al Centro e tre al Sud) per aumentare l’attenzione ai temi della salute e della salvaguardia del suolo.
L’evento in Sicilia sarà:
Catania sabato 09/10 – workshop
“Il suolo: una risorsa che non si rinnova”