Un comunicato stampa del Distretto Agrumi di Sicilia ha fatto sapere che nei giorni scorsi è stato avviato un intenso dialogo tra la presidente del Distretto Agrumi di Sicilia , Federica Argentati e il Ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli. Un incontro che è avvenuto per via telematica e alla presenza del vice presidente del Distretto, Giuseppe Pasciuta, che presiede il Consorzio dell’Arancia bionda di Ribera, e del consigliere Francesco Ancona, vice presidente AIAB Sicilia, che si occupa della produzione bio. All’incontro era presente anche il sen. Fabrizio Trentecoste, componente della Commissione Agricoltura al Senato.
“Dalla Sicilia, principale regione agrumetata d’Italia – sottolinea Federica Argentati, come riporta il comunicato del Distretto Agrumi di Sicilia – con oltre 32mila addetti e cinque produzioni d’eccellenza Dop, Igp e bio, ho chiesto questo incontro al Ministro Patuanelli per sollecitare in primis l’aggiornamento anche per il tramite di AGEA, del Catasto agrumicolo nazionale, propedeutico alla redazione di un nuovo Piano di sviluppo di una delle più importanti filiere del Mezzogiorno e da elaborare attraverso un confronto tecnico con il territorio agrumetato nazionale. Urge una strategia di medio e lungo periodo che interrompa l’improvvisazione con la quale, imprese ed istituzioni hanno operato negli ultimi decenni e avendo come guida il report ISMEA 2020 dove l’evidenza scientifica dei numeri conferma i profondi mutamenti – ha spiegato la presidente – dell’assetto produttivo e commerciale del comparto agrumicolo nazionale degli ultimi anni”.
“Nel corso dell’incontro con il Ministro Patuanelli – ricorda la nota del Distretto Agrumi – il vicepresidente Giuseppe Pasciuta ha affrontato la questione di un rinnovato metodo di garanzie fideiussorie, da parte del Mipaaf, ai Consorzi di tutela Dop e Igp e delle necessarie campagne istituzionali; mentre il consigliere Ancona ha sottolineato le potenzialità degli agrumi biologici, che in Sicilia rappresentano la quasi totalità della produzione (61% di superfici bio su una produzione complessiva che copre il 62% di quella nazionale) proponendo investimenti nella ricerca scientifica e il rilancio della Biofabbrica di Ramacca, unico ente pubblico in Italia (fa capo all’ESA, Ente Sviluppo Agricolo) dove vengono allevati insetti per la lotta biologica”.