Non esiste una soluzione univoca ma si deve agire di concerto, programmando una strategia volta a proteggere un territorio fragile, che sarà sottoposto a frequenti eventi estremi.
Lo fa sapere il Conaf, il Consiglio degli Ordini dei dottori agronomi e dottori forestali, che fa parte della Struttura tecnica nazionale, aggiungendo un punto di vista a quello delle altre professioni. “La siccità di questi mesi, rileva il Conaf, ha ridotto le capacità di assorbimento del suolo delle forti piogge ma non può essere una giustificazione. Il nodo è che mancano politiche di pianificazione e progettazione della rete idrica minore, con canalizzazioni e piccoli invasi, ma anche alle capacità di risposta del suolo e di forestazione intesa come strategia di consolidamento del terreno e di gestione delle acque, quindi una politica che contrasti il dissennato utilizzo del suolo“.
“Le vittime e le immagini dei danni materiali in Romagna lasciano sgomenti: ora è il momento di far intervenire gli organi preposti all’emergenza, ma pensiamo al domani perché arriverà presto. Situazioni analoghe si ripetono e si ripeteranno, poiché l’Italia ha fragilità ben note e la pioggia che si è abbattuta sulla Romagna e in altre regioni d’Italia, ha semplicemente accentuato le difficoltà del nostro territorio a reagire agli eventi meteorologici estremi, sempre più frequenti“. “Le emergenze da affrontare crescono in numero e varietà: oggi si parla di dissesto idrogeologico e alluvioni, poi ci saranno siccità e incendi estivi. C’è il bisogno di ridurre la vulnerabilità di questo Paese con uno sguardo ampio e complesso. Le professioni tecniche possono contribuire attivamente alla salvaguardia del Paese, nelle emergenze ma soprattutto nella fase di prevenzione“.