(di Angela Sciortino) Tra i mille volti dell’agricoltura ce n’è uno ancora poco esplorato e conosciuto. Eppure di grande interesse per intere comunità. Si tratta dell’agricoltura sociale, quella praticata dall’agricoltore e dalla sua famiglia che, pur continuando a svolgere le attività produttive consuete, apre l’azienda ai soggetti deboli che hanno bisogno di sostegni di vario tipo. Da quello psicologico, al rifugio da situazioni di stress o violenza, dall’impegno motorio e cerebrale per i disabili, alla terapia contro la depressione per anziani e soggetti ai margini della società, al più noto recupero dalla dipendenza dalla droga.
In Italia esiste una legge approvata nel 2015, molte regioni hanno legiferato sulla materia, ma non la Sicilia che, come spesso accade, rimane indietro nella regolamentazione di importanti attività che possono creare occasione di diversificazione e integrazione del reddito agricolo.
L’agricoltura sociale è sempre stato un cavallo di battaglia della Cia-Agricoltori Italiani, della sua associazione femminile Donne in campo e di quella dei pensionati. Proprio per questo il prossimo 22 marzo (inizio ore 9) all’Ibis Styles Palermo President (via Crispi), la Cia Sicilia occidentale torna a parlarne nel convegno “Agricoltura Sociale, un’opportunità per tutti”. Tra i relatori: il deputato regionale Antonello Cracolici, il dirigente generale del dipartimento della Pesca Dario Cartabellotta, Cinzia Pagni, componente del Forum nazionale dell’Agricoltura Sociale, Angelo Forgia, direttore regionale Patronato Inac-Cia e Salvatore Cacciola, sociologo e presidente della Rete Fattorie Sociali Sicilia. Oltre ai saluti iniziali di Antonino Cossentino, presidente della Cia Sicilia Occidentale, sono previste anche alcune testimonianze di aziende agricole che si occupano di agricoltura sociale e di associazioni del terzo settore.