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Un’arancia ogni tre sacchetti. Da Carrefour Sicilia meno amara la tassa sui bio-shopper
di Angela Sciortino

Carrefour-sacchetti

(di Redazione) Tre bio-shopper per un’arancia. Mentre sui media (social e tradizionali) non si placa la polemica sui sacchetti ultraleggeri del supermercato, Carrefour Sicilia ha deciso di mettere in campo una iniziativa che parte dalle buste di plastica tanto contestate e si trasforma nella promozione per l’ambiente, per la salute e per il comparto agrumicolo.

L’operazione che mira a costruire fiducia nei consumatori, oggi trascinati dalla rivolta digitale contro la legge 123/2017 entrata in vigore l’1 gennaio, è semplice: acquistando tre prodotti al banco dell’ortofrutta (e quindi tre sacchetti ultraleggeri), Carrefour Sicilia regala un’arancia, simbolo di un mondo – quello agrumicolo – che rappresenta l’Isola con la sua natura ma anche con le criticità che spesso non consentono di potenziarla; emblema di una filiera che oggi più che mai richiede dignità partendo proprio dalle campagne, dai coltivatori, dal valore di un prodotto che rappresenta un pezzo importante dell’economia siciliana.

Così il sapore amaro dei due centesimi alla cassa per l’acquisto obbligatorio delle buste biodegradabili e compostabili per i prodotti da banco, verrà addolcito dal succo di un’arancia, simbolo di una Sicilia operosa e ingegnosa: «Per questa operazione, intesa come un’iniezione di fiducia per i consumatori della grande distribuzione – spiega Angelo Agliata, direttore generale Gruppo Cds, il Centro distribuzione supermercati – abbiamo scelto come partner “Rosaria”, azienda che produce nella Piana di Catania: una zona collocata tra i 200 e i 300 metri di altitudine, densa di storia e tradizione e con una grande vocazione per la coltura delle arance rosse. Un marchio che punta prima di tutto alla qualità e alla promozione del brand Sicilia, in Italia e all’estero». Così chi andrà a fare la spesa, durante la fermata tra frutta, verdura e prodotti freschi, avrà due buoni motivi per spingere il carrello oltre la polemica: da un lato, infatti, il consumatore siciliano con i due cent in aggiunta allo scontrino, sosterrà l’economia circolare, strizzando l’occhio all’ambiente; dall’altro, proverà il sapore di raccogliere un frutto che parla la sua lingua e racconta la sua terra.

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