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Un Parlamento europeo non istituzionale per dare voce alle popolazioni rurali
di Angela Sciortino

Parlamento-rurale campagna

(di Angela Sciortino) Parte dalla Sicilia il movimento per la partecipazione anche da parte dell’Italia al Parlamento Rurale Europeo. Una struttura non istituzionale, non partitica, ma sicuramente politica che è già presente in quasi tutti i Paesi europei e che serve a dare voce alle popolazioni rurali e che si prefigge di interloquire con i decisori pubblici.

Parlamento-rurale

Nino Sutera

Degli “European Rural Parliament” (questa l’esatta denominazione internazionale) fanno parte associazioni, enti ed istituzioni aventi a cuore le politiche di sviluppo rurale. In Italia l’iniziativa sta muovendo i primi passi proprio in Sicilia dove l’Ente Parco Fluviale dell’Alcantara nelle scorse settimane è entrato a far parte del comitato promotore per l’Italia del Parlamento Rurale Europeo, aderendo all’iniziativa di Nino Sutera, coordinatore dell’Osservatorio di Neoruralità nonché anima e promotore della Libera Università dei Saperi & dei Sapori Onlus e convinto promotore della valorizzare della ruralità.

Negli ultimi vent’anni i Parlamenti Rurali esistenti in Europa hanno operato con successo. Pertanto, si sta cercando di proporre tale virtuosa esperienza in quegli Stati, come l’Italia, che ancora non la conoscono. «Sono già un centinaio, ma sono destinati a crescere, i soggetti come associazioni, enti, istituzioni che siamo riusciti a coinvolgere, tra cui il Parco Fluviale dell’Alcantara, con sede a Francavilla di Sicilia. La prima tappa sarà l’elaborazione del “Manifesto della Neoruralità”, aperto ai contributi di chi vuole dare voce alle aree rurali, che verrà ufficialmente presentato in un apposito evento pubblico nazionale», dichiara orgoglioso Nino Sutera.

«Il “Parlamento rurale” – spiega ancora Sutera che ha promosso l’iniziativa – non è una parte formale del governo, né è un parlamento nel senso di un organo legislativo o decisionale. Si tratta di un luogo politico in cui si realizza il processo “bottom-up” di coinvolgimento e dibattito tra il popolo rurale e politici, per consentire una migliore comprensione, politica più efficace e di azione per affrontare le questioni rurali».

E aggiunge: «La costituzione del Parlamento rurale è un processo che fornisce opportunità alle persone con un interesse per le comunità rurali per condividere idee, prendere in considerazione i problemi e le soluzioni. I Parlamenti rurali permettono alle persone e ai decisori di lavorare insieme su questioni prioritarie per sviluppare soluzioni nuove e creative. Rafforza la voce delle comunità rurali e le aiutano a influenzare le decisioni che le riguardano. Il loro successo in Europa negli ultimi 20 anni ha ispirato a avviare un Parlamento rurale in ogni stato».

Due in sintesi le finalità per cui è stata concepita l’idea del Parlamento europeo rurale. Anzitutto per rafforzare la voce delle comunità rurali d’Europa, e per assicurare che gli interessi e il benessere di queste comunità riflettono nelle politiche nazionali ed europee. A questa si aggiunge la promozione di auto-aiuto, comprensione comune, solidarietà, scambio di buone prassi e cooperazione tra le comunità rurali in tutta Europa.

150 milioni di persone, quasi un terzo della popolazione europea, vive in aree rurali contribuendo notevolmente alle economie locali e nazionali ed europee. La funzione sociale di questi cittadini ed il benessere economico che generano è di fondamentale importanza, ma in molte regioni affrontano grandi problemi, tra cui l’esodo giovani e la rarefazione dei servizi pubblici e privati. Si pensi ad esempio quanto possano incidere negativamente sulla qualità della vita nelle zone rurali, la chiusura dei presidi sanitari, delle scuole, degli sportelli bancari e postali. «Il futuro di molte comunità – conclude Sutera – dipende da un’energica iniziativa messa in campo dalle stesse comunità rurali che deve essere accompagnata da politiche ben concepite e dall’azione dei governi a tutti i livelli».

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