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Confagricoltura scrive ad Orlando (Anci): no a sanzioni e morosità su Imu 2014 e 2015
di Angela Sciortino

territori montani Imu

(di Redazione) Non bastano i notevoli ritardi nell’erogazione dei premi comunitari per le misure a superficie del Psr comunitarie (biologico ed indennità compensativa), la mancanza di risorse irrigue, l’inasprimento dei costi della bonifica e gli eventi atmosferici che stanno mettendo in ginocchio le produzioni cerealicole e frutticole. Ci si mettono ora anche i Comuni, che come al solito in bolletta, cercano di rastrellare quante più risorse è possibile. E lo fanno notificando agli agricoltori avvisi di pagamento per l’ Imu per gli anni 2014 e 2015 gravati da sanzioni e interessi di mora. Insomma piove sul bagnato, denuncia Confagricoltura Sicilia che, attraverso il suo presidente Ettore Pottino, ha lanciato un accorato appello al presidente dell’Anci, l’Associazione nazionale dei comuni della Sicilia, Leoluca Orlando, «affinchè venga individuata una soluzione, non traumatica, per la vicenda relativa all’ Imu sui terreni agricoli per le annualità 2014 e 2015».

La problematica a cui fa riferimento il presidente dell’organizzazione agricola trae origine dal ricorso circa il pagamento dell’ Imu che, inizialmente accolto dal Tar del Lazio, ha indotto gli agricoltori a sospendere in via cautelativa il versamento. A febbraio di quest’anno la Corte Costituzionale, però, ha rigettato le questioni di legittimità costituzionale avanzate dal Tribunale Amministrativo del Lazio e riguardante l’esenzione dall’ Imu per i terreni ubicati nei comuni classificati montani o parzialmente montani, secondo l’elenco predisposto dall’Istat. L’Alta Corte ha ritenuto errato il presupposto interpretativo del Tar dato che il legislatore non avrebbe attribuito all’Istat alcun potere discrezionale, limitandosi a recepire l’elencazione quale presupposto per l’esenzione dell’Imu.

«Al di là delle questioni giuridiche – scrive il presidente Pottino – riteniamo che da parte delle amministrazioni comunali che si stanno attivando per la riscossione di un tributo da noi ritenuto comunque iniquo per tanti motivi e abolito definitivamente dal governo nazionale a partire dal 2016, sarebbe un atto di buon senso non applicare le sanzioni e le morosità per ritardato o omesso versamento che farebbero aumentare di circa il 40 per cento l’importo delle somme da mettere in riscossione».

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